Il tufo verde punteggiato dalle piccole schegge brillanti dei cristalli di sanidino, riappare nei rivestimenti delle cantine costruite alla fine del 1.700. Ambienti suggestivi che ospitano fusti di acciaio e barrique in rovere, dove invecchiano le selezioni di bianchi e rossi, dove maturano gli aromi delle bottiglie di gran pregio.
Qui non sfugge allo sguardo la “pietra torcia”: un enorme, pesante masso tufaceo con tre fori (uno alla sommità e due ai lati) utilizzato, secoli addietro, per spremere le uve con un complesso sistema di funi e di leve, prima che il torchio entrasse nell’uso comune dei vignaioli isolani. Un utensile della memoria, che si identifica con la linea dei prodotti dell'azienda.
Qui non sfugge allo sguardo la “pietra torcia”: un enorme, pesante masso tufaceo con tre fori (uno alla sommità e due ai lati) utilizzato, secoli addietro, per spremere le uve con un complesso sistema di funi e di leve, prima che il torchio entrasse nell’uso comune dei vignaioli isolani. Un utensile della memoria, che si identifica con la linea dei prodotti dell'azienda.